Aveva colto nel segno Nina Lo Presti nella sua puntuale disamina dei documenti finanziari prodotti da Signorino nel disperato, ed ormai crediamo inutile, tentativo di evitare il dissesto finanziario del Comune.

Se ne sono accorti anche i capigruppo di Felice per Messina e del Partito DemocraticoGiuseppe Santalco e Paolo David che spesso si sono “turati il naso” ma che oggi affermano:

David e Santalco

David e Santalco

Come possono avere credibilità gli impegni di risanamento finanziario del Sindaco e del Vice Sindaco allorché ancora una volta la Corte …. li richiama ad astenersi da ogni comportamento difforme dalla sana gestione finanziaria e ad osservare una rigorosa ed imprescindibile politica di controllo degli equilibri fondamentali di bilancio e degli organismi partecipati?

corteIn data 30 ottobre è stata protocollata in entrata dal Comune la delibera 186 della Corte di Conti (Regione Siciliana) con la quale la stessa Corte prede atto delle “misure correttive” apportate su sua richiesta ma che “si sostanziano in un rinvio a misure da inserire nel piano di riequilibrio finanziario pluriennale”,come dire: si, si, faremo …

La Corte, pur affermando che la strada scelta dal Comune di Messina è prevista dal legislatore, mostra chiare perplessità (riservandosi di entrare nel merito successivamente) quando afferma “che i gravissimi profili di squilibrio economico finanziario e le irregolarità riscontrate, ben perduranti e strutturali, restano, allo stato, irrisolte” e diventa ancor più pesante quando ricorda di aver “ammonito in ordine ai rischi di un utilizzo strumentale” del riequilibrio che “potrebbe rivelarsi un dannoso escamotage per evitare il trascinamento verso una situazione di dissesto da dichiarare”: come dire, attenti a non abusare della facoltà concessa dal legislatore …

Poi la Corte va giù dura nell’affermare che “a fronte di una palese ed incontrovertibile condizione di crisi strutturale dell’ente, con pericolo di pregiudizi irreparabili ed irreversibili …… non può che sollecitare … l’immediata adozione da parte dell’ente di misure correttive minime di salvaguardia del bilancio …. oltre alla immediata rimozione dei profili di grave irregolarità e di violazione di legge a suo tempo segnalati

L’ultima osservazione poi è una perla e si riferisce ai “ritardi e criticità ulteriori rispetto all’approvazione dei fondamentali documenti contabili (bilancio di previsione 2014 e consuntivo 2013)”.

Che dire a questo punto?
Siamo senza parole e non possiamo consolarci solo con l’analisi tagliente di Nina Lo Presti ne con il ravvedimento di David e Santalco non più disponibili a “turarsi il naso”.
La città, come la Corte, chiede chiarezza, rapidità e chiara assunzione di responsabilità.

Sappiamo benissimo che la “dichiarazione del dissesto” è una scelta dura e difficile.
Ma sappiamo anche che a fronte i sacrifici, che peraltro i messinesi stanno già facendo, potrà aprire le porte ad un nuovo modo di gestire il comune, alla approfondita ricerca delle responsabilità che provengono da lontano, alla espulsione di quei “soloni”, anche di importazione, che credono di avere la bacchetta magica o vedono i messinesi con l’anello al naso.

 

URL: http://messinaweb.tv/politica/messina-a-tappe-forzate-verso-il-dissesto/